Che cosa fa un counselor
Atti caratterizzanti la professione
Una relazione di aiuto specifica
mirata a migliorare la qualità della vita
Il presente documento – tratto dal sito di AssoCounseling, la nostra associazione di riferimento – è stato redatto dal Comitato Scientifico di AssoCounseling in accordo con il Consiglio di Presidenza Nazionale in data 28 marzo 2012 e presentato ai soci durante i lavori del terzo convegno nazionale in data 15 aprile 2012.
I counselor realizzano il proprio ruolo professionale, attraverso diversi tipi di interventi volti a migliorare la qualità della vita e ad alleviare la sofferenza delle persone operando in organizzazioni pubbliche e private, enti e associazioni oppure nel proprio studio privato. L’incontro di counseling, è definito come una interazione volta ad accogliere le difficoltà del cliente o il suo disagio con metodologie e tecniche che possono anche essere diverse per orientamento teorico, ma che rimangono all’interno di alcune linee guida specifiche qui di seguito riportate:
Il counselor accoglie le richieste valutando in prima istanza se la domanda è affrontabile con le competenze del proprie del ruolo o se è necessario accompagnare il cliente verso la scelta di un altro professionista.
Il colloquio affronta tematiche emergenti che non richiedono, per essere risolte una ristrutturazione profonda della personalità. Il counselor dunque non si occupa, in prima persona, di disturbi psichici o patologie di altra natura, se non operando in equipe multiprofessionali.
Gli obiettivi, la metodologia e le modalità organizzative vengono esplicitate e concordate anticipatamente.
Il counselor accoglie clienti che hanno la necessità di prevenire, affrontare e risolvere un problema specifico o una condizione di difficoltà temporanea; è essenziale dunque circoscrivere e focalizzare la richiesta d’aiuto per progettare insieme piani d’azione a essa esclusivamente relativi.
L’obiettivo degli incontri è quello di migliorare nel cliente la consapevolezza di sé e delle proprie modalità di relazione, al fine di sviluppare le capacità di analisi del problema portato, potenziare le risorse per affrontare la situazione specifica e promuovere autonomia ed efficacia nelle scelte.
L’accettazione del cliente e del suo stato emotivo, la comprensione, la fiducia nelle sue possibilità, il rispetto per la diversità e una relazione paritaria favoriscono un rapporto di apertura e collaborazione per l’analisi del problema e per gli obiettivi di cambiamento.
Gli interventi possono anche essere di mero sostegno nelle difficoltà, di contenimento del dolore, di supporto emozionale e rassicurazione, ma non devono perdere di vista la possibilità di sviluppare consapevolezza del problema, autonomia nelle scelte e fiducia nelle possibilità di trasformazione.
Le emozioni del cliente sono accettate in quanto libera espressione di sé e naturale reazione alle situazioni della vita. Il counselor le accoglie per migliorare il livello di consapevolezza e l’intelligenza emozionale. Aiuta quindi a comprenderne il significato e i fattori correlati riportando sempre il focus del lavoro sulla ricerca delle soluzioni nel “qui e ora”.
Nelle relazioni in cui i colloqui sono numerosi si dovrà in ogni caso verificare costantemente l’attuazione dei piani d’azione progettati e l’efficacia degli interventi in modo che sia sempre chiara la relazione fra intervento, risultati raggiunti e conclusione del rapporto.
Il counselor non fa diagnosi, non interpreta i comportamenti: il percorso di consapevolezza, di crescita e trasformazione si sviluppa nell’ambito di una scoperta progressiva frutto dell’alleanza con il cliente.
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